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Famiglia nel bosco, ricorso contro l’allontanamento dei figli: i 6 punti su cui si gioca la decisione

I legali chiedono la sospensione immediata dell’ordinanza: «Trauma per bambini e genitori»

I genitori
I genitori
di Redazione Chieti
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PALMOLI. Nuovo capitolo della famiglia nella casa del bosco in provincia di Chieti. I nuovi avvocati della famiglia, Marco Femminella e Danila Solinas, hanno presentato un ricorso d’urgenza alla Corte d’appello dell’Aquila chiedendo la sospensione immediata dell’allontanamento dei tre figli, definito un trauma per minori e genitori. La richiesta è «inaudita altera parte», cioè prima ancora della fissazione dell’udienza. I giudici hanno 60 giorni per pronunciarsi.

Le sei contestazioni sollevate dalla difesa

Il ricorso si articola in sei punti principali: assistenza linguistica, idoneità della casa, esami medici, istruzione, socialità dei minori, esposizione mediatica. È su questi aspetti che la difesa intende ribaltare l’ordinanza del Tribunale per i minorenni dell’Aquila.

“Non messi in condizione di capire il provvedimento”

Secondo i legali, Nathan e Catherine – con conoscenza limitata dell’italiano – non avrebbero compreso pienamente i contenuti tecnici del provvedimento, non avendo ricevuto la necessaria assistenza linguistica per orientarsi tra i passaggi giuridici.

Esami medici fraintesi

Sul tema degli accertamenti sanitari, la difesa spiega che i genitori avrebbero cercato di applicare un principio tipico degli ordinamenti anglosassoni: una sorta di garanzia o polizza a tutela dell’integrità psicofisica dei minori, ritenendo invasivi esami medici su bambini considerati sani.

Casa, istruzione e socialità

I coniugi hanno già consegnato la documentazione per realizzare i servizi igienici mancanti e ampliare gli spazi. Inoltre, la disponibilità a trasferirsi subito in un’abitazione messa a disposizione da un imprenditore eliminerebbe – secondo la difesa – ogni contestazione sulla sicurezza.

Per quanto riguarda l’istruzione, il ricorso documenta un percorso di educazione parentale ritenuto pienamente legittimo. Il presunto isolamento sociale viene contestato citando rapporti regolari con coetanei e adulti, in una quotidianità definita semplicemente «diversa dagli standard urbani».

Il nodo dell’esposizione mediatica

La difesa respinge infine la critica sulla presenza mediatica della famiglia, definendola solo un «tentativo disperato di mostrare la normalità della loro vita», senza alcuna finalità lesiva nei confronti dei bambini.