Calcio / Serie B
Il Pescara, via alla “missione” Bari. Il club multato dal giudice sportivo
di Redazione Pescara

CHIETI. Presentato a Roma con una diretta youtube, tra tante autorità e pochi corridori, il Giro d’Italia 2026 nasce però senza troppo clamore mediatico. Un paradosso per uno degli eventi più popolari del Paese, che quest’anno parte dalla Bulgaria dopo l’avvio del 2025 in Albania. Tuttavia, l'Abruzzo sarà grande protagonista.
È l’ultimo Giro disegnato da Mauro Vegni, direttore di una vita e custode della “corsa rosa” dal 2004. Un’edizione pensata per attrarre i big del ciclismo mondiale e favorire chi punta alla doppietta Giro-Tour: tappe dure sì, ma distribuite con logica, senza giornate “morte”. Su Vingegaard ed Evenepoel, Vegni ammette: «A noi risulta che vogliano venire, noi ci contiamo: sarebbero due stelle di prima grandezza, su questo credo che non si possa nemmeno discutere. Pogacar? Tornerà…».
Il Giro 2026 in Abruzzo: due giornate che possono decidere tutto
Tra le 21 tappe, l’Abruzzo torna centrale come raramente negli ultimi anni.
🔺 7ª tappa – Formia → Blockhaus (246 km)
Un arrivo simbolo, un’icona del Giro. Il Blockhaus torna nel percorso con una frazione durissima, lunga e decisiva già nella prima settimana. Pendenze, altitudine e storia: sarà qui che i big dovranno scoprirsi. Una tappa che può fare classifica, può distruggere certezze, può eleggere il primo padrone del Giro.
🔺 8ª tappa – Chieti → Fermo (159 km)
Frazione “mossa”, nervosa, adatta agli scattisti e pericolosissima per la classifica. Chieti torna così protagonista di una partenza di prestigio, riportando la carovana rosa sul colle dopo anni di attesa. I Muri fermani renderanno la giornata imprevedibile: non la più dura, ma forse una di quelle che possono creare imboscate.
L’Abruzzo, insomma, torna ad avere due giornate di altissimo peso agonistico, con migliaia di persone attese sul Blockhaus e nel cuore di Chieti, in un weekend che profuma già di grande ciclismo.
Un Giro equilibrato, esigente, costruito per lo spettacolo
Il percorso 2026 prevede:
La Cima Coppi sarà al Passo Giau (2.233 metri). Previsto anche uno sconfinamento in Svizzera (Bellinzona–Carì), il ritorno di Milano come arrivo di tappa per la 90ª volta e la commemorazione dei 50 anni dal terremoto del Friuli con la partenza da Gemona.