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di Redazione Chieti

CHIETI. C’è l’Abruzzo, con il suo iconico orso bruno marsicano, al centro di CoexHuB, un nuovo e lungimirante progetto di ricerca internazionale.
L’Università degli Studi «Gabriele d’Annunzio», in qualità di capofila, ha ottenuto un finanziamento di oltre un milione di euro nell'ambito del prestigioso programma europeo Horizon Europe e della partnership Biodiversa+.
L'obiettivo è ambizioso: studiare modelli che garantiscano la coesistenza pacifica tra esseri umani e orsi, creando un vero e proprio hub di competenze e soluzioni.
Un’alleanza internazionale per la biodiversità
Il progetto, della durata di tre anni, ha quale protagonista l’ateneo di Chieti-Pescara coordinare un consorzio d'eccellenza che unisce sette tra le più importanti università e centri di ricerca europei, dalla Svizzera alla Spagna.
La ricerca si concentrerà su tre aree con popolazioni di orsi molto differenti: la Slovenia (circa 1.000 esemplari), l'area Cantabrica in Spagna (oltre 300) e l'Appennino centrale in Italia.
È proprio quest'ultimo dato a destare preoccupazione: con appena 60 esemplari, l’orso marsicano è la sottospecie che corre il rischio più alto di estinzione.
Oltre la biologia: un approccio multidisciplinare
La novità di CoexHuB risiede nel metodo: per la prima volta, la questione non sarà affrontata solo dal punto di vista ecologico, ma integrerà prospettive socio-economiche, culturali e giuridico-istituzionali.
«Contiamo di identificare barriere e opportunità comuni tramite reti interdisciplinari», spiega il coordinatore del progetto, Stefano Civitarese Matteucci, docente di Diritto pubblico alla d’Annunzio. L'idea è quella di innescare «effetti a cascata» benefici per l'intero ecosistema, aiutando la naturale espansione di questi animali in territori idonei.
Dalla ricerca alle politiche territoriali
Il progetto non resterà confinato nelle aule universitarie. I ricercatori svilupperanno proposte di policy su larga scala per offrire strumenti concreti ai decisori politici, dal livello locale a quello europeo. Salvare l'orso, infatti, non è solo un obbligo etico, ma una priorità della Strategia Europea sulla Biodiversità per garantire un futuro sostenibile alle comunità montane e agli ecosistemi fragili del nostro continente.