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Il personaggio

Davide Nanni, lo chef "Wild" orgoglio d'Abruzzo: dai video sui social al successo in tv - «Così ho realizzato il mio sogno nel paesino in mezzo alle montagne»

Oggi gestisce l’agriturismo Locanda Nido d’Aquila insieme alla sua famiglia. La struttura è al tempo stesso ristorante e azienda agricola, con camere per l’ospitalità e una cucina che valorizza i prodotti a chilometro zero

Davide Nanni (Foto:ChefDavideNanni.it)
Davide Nanni (Foto:ChefDavideNanni.it)
di Tommaso Silvi
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Sorriso da bravo ragazzo. Dialetto inconfondibile. Umano, simpatico e profondo. Nel giro di pochi anni ha conquistato milioni di seguaci sui social. I suoi video, ormai, sono virali in ogni angolo d'Italia. Una storia di successo. E un futuro ancora tutto da scrivere. Dalle montagne dell’Abruzzo ai social network, fino alla ribalta televisiva: la storia di Davide Nanni, 34 anni, è quella di un giovane cuoco che ha trasformato la sua passione per la cucina e l’amore per la natura in un vero e proprio progetto di vita.

Le origini e il ritorno alle radici

Nanni è cresciuto a Castrovalva, un borgo montano dell’Abruzzo in provincia de L'Aquila, dove oggi gestisce l’agriturismo Locanda Nido d’Aquila insieme alla sua famiglia. La struttura è al tempo stesso ristorante e azienda agricola, con camere per l’ospitalità e una cucina che valorizza i prodotti a chilometro zero. «Ho abbracciato la mia terra, ma senza dimenticare le esperienze e le emozioni che mi hanno riportato nel mio nido», racconta. «Sono nato a Sulmona, fino ai sei anni ho vissuto a Roma e, al compimento del settimo anno di vita, i miei genitori hanno deciso di tornare a Castrovalva, una frazione di quindici abitanti del comune di Anversa degli Abruzzi», dice ancora presentandosi sul suo sito ufficiale.

La filosofia “wild”

La sua cucina è definita libera, sincera e selvaggia. Nanni ama cucinare - e riprendersi - immerso nella natura, portando i fornelli tra boschi e montagne. Il format #JSOWILD - che riprende il dialetto abruzzese - è diventato il suo marchio di fabbrica: ricette tradizionali rivisitate, piatti poveri trasformati in esperienze autentiche, sempre con un forte legame al territorio. «Un viaggio culinario in un universo di gusti intensi e precisi: una cucina fatta di semplicità e di sapori forti, di pastori e di donne - spiega - che tiravano la pasta all’uovo fino a renderla trasparente».

Dalla nonna ai social

Molti dei suoi piatti nascono dai ricordi familiari. «Ho creato questo piatto pensando a nonna e al profumo di patate arrosto che aleggiava nella sua casa la domenica», racconta a proposito di una delle sue ricette. Questi racconti, uniti alla sua capacità comunicativa, lo hanno reso popolare sui social, dove condivide video - spesso girati insieme al padre -  e ricette seguiti da migliaia di persone. 

Tra TV e libri

Oltre alla presenza sui social, Nanni è apparso in programmi televisivi come "È sempre mezzogiorno" con Antonella Clerici e ha pubblicato il libro "A sentimento. La mia cucina libera, sincera, selvaggia, manifesto della sua filosofia gastronomica". «Ho avuto momenti di grande entusiasmo e altri di totale smarrimento. Quando lavoravo in cucina senza ancora sapere se fosse davvero la mia strada, mi sentivo fuori posto, inadatto. Ma quelle sensazioni mi hanno insegnato a guardarmi dentro, a capire cosa volessi davvero raccontare con il mio modo di cucinare. Così ho iniziato a fidarmi delle mie scelte, anche se non erano quelle convenzionali. Ho scelto ingredienti che mi parlavano, abbinamenti che mi facevano vibrare, piatti che avevano un senso per me, anche se non sempre per gli altri», racconta.

Un simbolo dell’Abruzzo contemporaneo

Davide Nanni incarna un Abruzzo giovane e autentico, capace di valorizzare le tradizioni senza rinunciare all’innovazione. La sua figura di chef-influencer dimostra come la cucina possa diventare strumento di racconto del territorio e di connessione con il pubblico. «Le emozioni sono sempre state al centro di tutto. Cucino per esprimere, non per impressionare. Ogni piatto che creo ha un’origine emotiva. A volte è un ricordo, come quelli legati alla mia infanzia in famiglia: mia madre che cucinava con semplicità ma con cura, i profumi che invadevano la casa, i gesti ripetuti con amore. Altre volte - conclude - è un luogo che mi ha colpito, una persona che ha lasciato un segno, un’esperienza che ha cambiato qualcosa dentro di me».