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La protesta

Esuberi e chiusure, i dipendenti di Unicoop Etruria scioperano: il piano contestato

Nelle previsioni dell'azienda la cessione di 23 punti vendita anche in Abruzzo, Toscana e Marche

La sede di Unicoop Etruria
La sede di Unicoop Etruria
di Redazione cronaca
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È stata massiccia l'adesione alla giornata nazionale di sciopero indetta da Filcams, Fisascat e Uiltucs in Unicoop Etruria. Lo rendono noto le tre associazioni sindacali con una nota. «Molti negozi di Unicoop Etruria e Superconti sono stati costretti a tenere abbassate le saracinesche e centinaia di lavoratrici e lavoratori si sono riuniti in presidio davanti alle sedi amministrative e ai punti vendita della cooperativa. Alta la partecipazione anche dei dipendenti di magazzini e appalti», spiega la nota.

Lo sciopero era stato indetto in seguito all'annuncio da parte della cooperativa di un piano che prevede consistenti cessioni di punti vendita, esuberi e un forte ridimensionamento delle sedi amministrative. «La risposta di lavoratrici e lavoratori è stata forte e chiara - aggiungono i sindacati - a gran voce respingono le cessioni annunciate di 23 punti vendita tra Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, la sostanziale chiusura della sede di Castiglione del lago e l’esubero di quasi 200 persone delle sedi».

Unicoop Etruria, spiegano le sigle sindacali, «è nata dalla fusione di Coop Centro Italia e Unicoop Tirreno con l’obiettivo dichiarato di rilanciare la presenza della distribuzione cooperativa nel distretto tirrenico e invece, a pochi mesi dalla nascita, ha comunicato alle organizzazioni sindacali la volontà di abbandonare dei territori storici e ridimensionare ulteriormente la rete vendita, dopo la cessione di 16 negozi toscani ad Unicoop Firenze appena realizzata. Senza neanche mettere in campo concreti tentativi di rilancio e investimento, si dichiarano insalvabili alcuni punti vendita in difficoltà, per anni lasciati in stato di semi abbandono, e si provano a cedere anche negozi dall’andamento positivo, pur di fare cassa».

Filcams, Fisascat e Uiltucs chiedono quindi «un impegno vero sul futuro della rete vendita con investimenti sulle strutture e sul lavoro, il mantenimento di funzioni e personale adeguato a Castiglione, prospettive chiare per l’insegna Superconti e soprattutto tutela occupazionale per tutte e tutti, con adeguate garanzie sul fronte economico, normativo e contrattuale in caso di cessioni a terzi. Saremo disponibili a rimetterci al tavolo solo quando Unicoop Etruria dimostrerà di voler rivedere radicalmente il piano presentato, fino ad allora proseguiranno lo stato di agitazione e le iniziative di mobilitazione, con altre 8 ore di sciopero ancora a disposizione dei territori». 

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