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Il reportage

Teramo, una notte al freddo con gli "invisibili" della città: una coperta per strada e la speranza di una vita migliore

Alcuni rifiutano il cibo e chiedono denaro: intanto in città manca un centro di accoglienza notturno in grado di arginare il fenomeno dei senzatetto ridotti a dormire sotto i porticati o nascosti nei garage

Alcuni giacigli di fortuna nel centro di Teramo
Alcuni giacigli di fortuna nel centro di Teramo
di Giancarlo Falconi
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TERAMO. Una notte fredda a Teramo, quella tra giovedì 11 e venerdì 12 dicembre. Un giro in auto è sufficiente per incontrare sei persone costrette a dormire all’addiaccio, tra via Pannella e Corso San Giorgio, sotto i portici. Sono state distribuite tre pizze: in tre hanno rifiutato il cibo, chiedendo invece bevande calde e del denaro. Durante l’intervento sono stati consegnati anche cento cuscinetti riscaldanti in gel. Due delle persone incontrate presentavano un forte odore di alcol, segno di un evidente stato di stordimento. Il capoluogo aprutino attualmente non dispone di un centro di accoglienza notturno.

Il reportage all'alba in città

Persone senza fissa dimora in Italia: i numeri

In Italia le persone senza fissa dimora sono oltre 96.000, secondo le stime più recenti. Di queste, circa 30.000 vivono in strada da molti anni e vengono considerate “croniche”. La maggioranza è composta da uomini, circa 65.000, ma si registra un aumento significativo di donne e giovani, in particolare sotto i 25 anni. Per quanto riguarda l’origine, il 38% delle persone senza dimora è di origine straniera, mentre è in crescita la percentuale di cittadini italiani che finiscono in strada.

Chi sono e perché vivono in strada

Le cause che portano alla perdita della casa sono molteplici: perdita del lavoro, sfratti, problemi di salute fisica e mentale, separazioni o divorzi, traumi personali e mancanza di una rete familiare o sociale di supporto. Le condizioni di vita sono caratterizzate da una marginalità estrema, spesso accompagnata da disturbi psichici, ansia, isolamento sociale e da una forte esposizione a violenze, rapine e abusi. Preoccupa in particolare l’aumento di giovani italiani e stranieri che si rivolgono ai servizi di assistenza, molti dei quali rientrano nella categoria dei NEET, ovvero non impegnati né nello studio né nel lavoro.

Le difficoltà nascoste

Una delle principali criticità è l’invisibilità del fenomeno. Molte persone senza dimora non dormono direttamente in strada, ma trovano riparo in auto, garage, edifici abbandonati o altre sistemazioni precarie, rendendo difficile un censimento accurato. A questo si aggiunge la diffidenza verso i dormitori, spesso percepiti come insicuri o poco igienici. Per questo motivo, alcune persone preferiscono l’isolamento o soluzioni autonome, come dormire in auto.

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