Ambiente
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di Giancarlo Falconi

TERAMO. Alla Asl di Teramo è stata sperimentata una procedura rigenerativa che apre nuove prospettive per le fistole post-chirurgiche più difficili da trattare. La Uoc di Gastroenterologia, diretta da Carmelo Barbera, ha applicato una tecnica basata sull’uso di cellule staminali per favorire la chiusura di lesioni complesse non rispondenti alle terapie tradizionali.
Come funziona la tecnica
Il trattamento ha previsto l’iniezione nel tratto fistuloso di un preparato autologo/allogenico, composto da cellule staminali miscelate con il grasso del paziente. Si tratta di una procedura mini-invasiva pensata per stimolare i processi di rigenerazione e favorire la cicatrizzazione definitiva.
I due casi trattati
Gli interventi hanno riguardato un 70enne della provincia di Teramo, già sottoposto a cistectomia radicale, e un 40enne della provincia di Chieti con una fistola gastrocutanea comparsa dopo un intervento di chirurgia bariatrica. In entrambi i casi le lesioni avevano resistito alle tecniche convenzionali, con rischi elevati anche per la vita del paziente.
Risultati ottenuti
Entro 48 ore dalla procedura, entrambe le fistole si sono chiuse. I primi esiti sono considerati molto promettenti e la Uoc proseguirà il monitoraggio a lungo termine per valutarne la stabilità.
Un lavoro di squadra
Per uno degli interventi è stata determinante la collaborazione con l’équipe della Uoc di Urologia diretta da Federico Narcisi, mentre tutto il percorso è stato supportato dal personale specializzato della Gastroenterologia.
L’impegno dell’Azienda sanitaria
«Tecniche come queste rappresentano un investimento sul futuro della medicina riparativa», commenta il direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, sottolineando il ruolo dell’innovazione nei modelli assistenziali dell’Azienda.