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Il caso

Pescara, truffe via WhatsApp: un arresto e sei denunce. Il meccanismo da cui diffidare

Una delle vittime ha versato ai malviventi quasi 100 euro: i dettagli dell'operazione dei carabinieri

Pescara, attenzione alle truffe su whatsapp
Pescara, attenzione alle truffe su whatsapp
di Paolo Renzetti
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PESCARA. Conclusa un’operazione dei carabinieri, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che ha permesso di disarticolare un’associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di truffe in danno di persone anziane operante sul territorio nazionale, con base a Napoli e Caserta, procedendo all’esecuzione di una misura degli arresti domiciliari e alla denuncia di sei persone, tutti residenti tra Napoli e Caserta. 

Ad avviare le indagini, nel giugno del 2024, la segnalazione da parte di un anziano residente nel circondario pescarese, rimasto vittima lo scorso giugno della “truffa del falso familiare”. L’uomo aveva ricevuto un messaggio whatsapp nel quale l’interlocutore, spacciandosi per la figlia, lo invitava a effettuare una ricarica Mooney, per consentirle di acquistare un nuovo telefonino, in quanto quello in uso si era danneggiato. La vittima convinto della natura genuina della chiamata, si recava presso una tabaccheria ed accreditava la somma di 997 euro.

La misura cautelare è stata concessa poiché, a seguito delle perquisizioni operate nel novembre scorso, con il supporto dei colleghi di Napoli e Caserta, sono stati sequestrati numerosi apparati telefonici e supporti informatici utilizzati dai componenti del sodalizio per la consumazione dei reati.

L’analisi dei flussi finanziari e del traffico delle comunicazioni telematiche aveva consentito ai Carabinieri del nucleo Investigativo di identificare i responsabili, che pur avendo base operativa tra Napoli e Caserta operavano su tutto il territorio nazionale. Il denaro illecitamente incassato veniva utilizzato per l’acquisito di bitcoin.