Il caso
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di Redazione cronaca

ISERNIA. Un anno fa - nel 2024 - il Comitato per l'aggregazione della Provincia di Isernia alla Regione Abruzzo, dopo aver raccolto le firme necessarie, aveva avviato l'iter per l'indizione di un referendum, ma tutto è ancora fermo.
Il sit-in davanti alla Provincia
Per questo il Comitato venerdì 12 dicembre ha organizzato un sit-in davanti alla Provincia di Isernia. Stiamo protestando contro l'ostruzionismo delle forze politiche all'iniziativa referendaria - ha dichiarato il presidente del Comitato, Antonio Libero Bucci - che vogliono i cittadini perché stanchi del taglio dei servizi sanitari e di tutte le altre inefficienze».
La raccolta firme
L'iniziativa fu presentata dai dieci soci fondatori del Comitato e raccolse molti consensi ai banchetti allestiti nei 52 comuni della provincia pentra, tanto che in pochi mesi furono raccolte le firme necessarie per richiedere il referendum, ovvero cinquemila secondo lo Statuto della Provincia di Isernia.
L’improcedibilità
«In realtà - ha ricordato Bucci - ne abbiamo raccolte di più, infatti i sottoscrittori sono 5.236, consegnate in Provincia, ma con una nota, la segretaria generale dell'ente ci comunicò l'improcedibilità poiché, nel carteggio depositato, mancava la proposta deliberativa. Un equivoco burocratico chiarito, ma a quanto pare non superato e che ci ha portati a procedere con un ricorso al Consiglio di Stato di cui attendiamo l'esito».
Il confronto con Sacco
Durante il sit-in i manifestanti hanno incontrato il consigliere provinciale Manolo Sacco. «Un dialogo tra sordi - ha riferito Bucci -, loro sostengono che è colpa della parte burocratica della Provincia, degli organi tecnici, che non hanno trasmesso il carteggio in consiglio provinciale poiché ritenuto improcedibile, noi sappiamo benissimo che c'è una responsabilità politica perché il presidente della provincia è responsabile delle scelte che si fanno, non si può rifugiare come Don Abbondio dietro il paramento dell'improcedibilità sollevata dalla segretaria dell'ente».