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Il fatto

Caso Palmoli, la casa c’è ma non basta: attesa per la decisione sui bambini - I dubbi del sindaco

Verso l'udienza nel Tribunale per i minorenni dell'Aquila

Uno scatto della famiglia anglo-australiana
Uno scatto della famiglia anglo-australiana
di Redazione Chieti
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CHIETI. È prevista per giovedì 4 dicembre l'udienza nel Tribunale per i minorenni dell'Aquila sul caso della famiglia nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti. La coppia anglo-australiana, Catherine e Nathan Trevallion Birmingham, sarà sentita senza i tre figli. ''Tutti sperano che sia un'udienza risolutiva per far sì che i bambini vengano ricongiunti con i genitori ma io ho qualche dubbio'', spiega all'Adnkronos il sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli. ''Tutti quelli che stanno lavorando per trovare una soluzione hanno fatto quello che potevano, cioè mettere a disposizione un'abitazione idonea, però le problematiche erano anche altre - chiarisce - Quindi dipenderà giovedì dal contenuto delle relazioni che produrranno i servizi sociali e i responsabili della casa famiglia con tutte le visite mediche e psichiatriche a cui i bambini sono stati sottoposti. Dipenderà anche da quello, non è scontato o automatico che la casa sia sufficiente. È una condizione necessaria ma non insufficiente''.

Al momento i bambini sono in una casa famiglia con la madre, anche se la donna vive in un alloggio separato e può vedere i figli solo in alcuni momenti della giornata autorizzati. Il papà da ieri ha preso possesso della nuova casa offerta dal ristoratore Armando Carusi ma, spiega il sindaco, ''continua ad abitare alla casa nel bosco''. ''Sta facendo il trasloco e in maniera scaramantica pensa di andarci ad abitare quando torneranno anche i bambini'', aggiunge. Quanto al progetto di ristrutturazione della casa, il sindaco spiega che ''ancora non è arrivato''. ''In questo momento è importante che la famiglia abbia una casa idonea - spiega - La ristrutturazione dell'altro fabbricato è importante, ma fino a un certo punto perché servirà dopo. Il papà ieri ha firmato il contratto di comodato d'uso per tre mesi e in ogni caso noi come Comune stiamo comunque mantenendo sempre la disponibilità del nostro fabbricato. Per cui se alla fine dei tre mesi la casa non dovesse essere pronta e loro dovessero lasciare quella di Armando, potrebbero usufruire sempre a titolo gratuito di quella del Comune. Il problema abitazione io ritengo che sia risolto''.