Il riconoscimento
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di Redazione L'Aquila

L'AQUILA. Il Forum H2O è tornato a intervenire sulla messa in sicurezza del «sistema» Gran Sasso, richiamando l’attenzione su tre questioni centrali: la presenza di sostanze pericolose nei laboratori di fisica, la necessità di una progettazione ed esecuzione dei lavori unitaria e non frammentata, e gli approfondimenti indispensabili sul rischio sismico delle opere esistenti e di quelle previste.
Allontanamento delle sostanze pericolose
In merito alla presenza delle 1.000 tonnellate di nafta dell’esperimento LVD nei laboratori di fisica, il Forum H2O, pur apprezzando la recente iniziativa del Commissario Caputi che ha portato a una riunione presso la Presidenza del Consiglio, ha sottolineato che nessun accordo di ricerca tra l’INFN e l’Accademia di Scienze russa può derogare alle leggi italiane, in particolare a quelle poste a tutela della pubblica incolumità. La Regione ha imposto la rimozione delle sostanze pericolose già nel 2018. Nello stesso anno la Magistratura ha disposto il sequestro della captazione di acqua potabile, sottraendo finora miliardi di litri a un territorio che, in alcuni periodi dell’anno, sperimenta anche il razionamento. Secondo il Forum, non esistono quindi giustificazioni per ulteriori rinvii di un allontanamento che è obbligatorio.
No a interventi frammentatimi
Per quanto riguarda l’ipotesi che l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare proceda autonomamente ai lavori nei laboratori sotterranei, il Forum H2O ha richiamato la norma istitutiva della figura commissariale. L’articolo 4-ter, comma 10, della Legge 14 giugno 2019, n. 55, stabilisce testualmente che «la messa in sicurezza delle attività preesistenti, quali le gallerie autostradali e i laboratori, è garantita dagli interventi determinati dal Commissario straordinario». Alla luce di questo riferimento normativo, il Forum afferma di non comprendere su quali basi legali possano essere avviati interventi «a spezzatino», progettati e affidati da soggetti diversi.
Rischio sismico e opere esistenti e in progetto
Il Forum H2O ha infine richiamato l’attenzione sul rischio sismico. Le gallerie autostradali e il sistema acquedottistico intersecano infatti la faglia di Campo Imperatore, classificata come attiva e capace. Oltre allo scuotimento, tale faglia può provocare una dislocazione sul piano di faglia, creando un gradino in grado di tagliare qualsiasi corpo rigido. Fenomeni analoghi possono verificarsi anche a chilometri di distanza in caso di forti terremoti, come avvenuto nel 2016 al Monte Vettore. La faglia si trova a poche centinaia di metri dai laboratori.
In riferimento a diverse dichiarazioni rilasciate alla stampa sul rischio sismico dei laboratori di fisica nell’assetto attuale — dichiarazioni che, secondo il Forum, riguardano solo aspetti «statici», auspicando l’esistenza delle relative certificazioni, e non quelli «dinamici» — e sul peso del rischio sismico nella progettazione delle opere di messa in sicurezza del sistema Gran Sasso (acquedotti, gallerie autostradali e laboratori di fisica), il Forum H2O ha ricordato che le opere da realizzare dovranno essere sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale. La procedura prevede espressamente la valutazione della «vulnerabilità del progetto al rischio di gravi incidenti o calamità».
Inoltre, il Forum ha richiamato il documento della Protezione Civile Nazionale «Microzonazione sismica. Linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da faglie attive e capaci», che al paragrafo 8.3, «Programma infrastrutture», prevede per le infrastrutture preesistenti la predisposizione di «uno specifico programma, eventualmente nell’ambito del Programma Zone Instabili, per essere sottoposte a verifica, prevedendo specifici approfondimenti conoscitivi e interventi finalizzati alla minimizzazione dei rischi».
Il documento integrale del Forum