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Concessioni balneari, Sib Abruzzo: «Rischio crisi e svendita delle spiagge»

Il sindacato contro il mancato intervento del Governo sulle questioni giuridiche relative alla legge Bolkestein

Riccardo Padovano
Riccardo Padovano
di Bruno D'Alfonso
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PESCARA. L’organizzazione sindacale dei balneari Sib sul piede di guerra contro il mancato intervento del Governo sulle questioni giuridiche relative alla legge Bolkestein, prendendo spunto dal rinvio da parte della Corte Costituzionale sulla legge di proroga delle concessioni demaniali micro-idroelettriche pendente presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Il presidente nazionale Sib Tonino Capacchione e il presidente Sib Abruzzo Riccardo Padovano, infatti, hanno commentato duramente le conclusioni dell’avvocato generale depositate oggi: «A queste concessioni – si legge nella nota - non si applica la Bolkestein ma l’art. 49 del Trattato Europeo, la dimensione aziendale non esclude l’obbligo di gara alla scadenza ed è possibile un ‘regime specifico’ giustificato dai motivi imperativi di interesse generale. Restiamo convinti, quindi, che la soluzione della questione balneare non spetta ai Giudici ma al Governo e al Parlamento italiano. Non è da oggi - aggiungono il presidente nazionale Sib Tonino Capacchione e quello della Sib Abruzzo - che urliamo alla politica di dare delle risposte. Non capiamo perché dalla politica non arrivino quelle risposte per poter dare inizio ad un percorso che riconosca agli imprenditori del mare il giusto riconoscimento. Non vogliamo essere imprenditori più o meno importanti di altri, ma ricordiamo che siamo nella filiera più importante del turismo balneare. Sarebbe come parlare del turismo montano senza gli impianti di risalita. Che turismo montano sarebbe. Che turismo della neve sarebbe se non ci fossero gli alberghi e le strutture ricettive? Se nelle spiagge non ci fossero gli stabilimenti balneari e una balneazione attrezzata che turismo marino sarebbe? Ecco, questo crediamo sia la riflessione da fare».

Infine, il presidente Sib Abruzzo Riccardo Padovano ha rimarcato le proprie preoccupazioni e indicato i motivi che aumenteranno la crisi della balneazione sulle coste abruzzesi: «La direttiva Bolkestein ha un’applicazione selettiva che esclude settori come l'idroelettrico e altre concessioni, pur coinvolgendo i gestori di spiagge. La presunta scarsità di spiagge in Italia è un criterio che la Comunità Europea usa per imporre gare d'appalto per le concessioni balneari esistenti, nonostante si affermi che ampie porzioni di costa non siano sfruttate, come nel caso dell'Abruzzo e del Molise. Sono preoccupato perché credo che queste decisioni siano spinte da lobby e grandi gruppi organizzati che mirano a rilevare le piccole imprese, dipingendo i balneari come una categoria di privilegiati e prevedendo un futuro di contenziosi e mega stabilimenti balneari con ripercussioni negative sulla tradizione e sulla concorrenza leale».